Dieci anni di pratica in camera oscura hanno se-
gnato una profonda conoscenza della fotografia in
Franco Schirmenti. Nel 1972 ha cominciato la sua
avventura lavorando con la moda, facendo still life.
E non si è fatto mancare il fotogiornalismo: è stato
in prima linea a testimoniare la faida delittuosa
degli anni ’70 in Sicilia. Negli anni Ottanta decide di
aprire uno studio per dedicarsi ai matrimoni, appli-
cando ai servizi uno stile che è mix tra la moda e il
reportage.
“Ricordo che facevo sentire le spose come delle
modelle, le fotografavo nel centro storico della città, nei negozi,
nelle piazze. Usavo la Rolleiflex, all’epoca una delle macchine più
rappresentative per un cerimonialista. Nel 2000 ho avuto la prima
digitale ed appena uscì sul mercato acquistai la Nikon D100, per
testare una tecnologia che ancora non conoscevo. Dopo segui-
rono una lunga serie di macchine Canon fino al corredo attuale
composto da diverse ottiche e vari corpi 5Dmark”
COSA CARATTERIZZA IL TUO STILE ATTUALE?
Lavoro fondamentalmente con la luce naturale, solo in alcuni casi
uso i faretti per schiarire le ombre. Prediligo il grandangolo fisso:
mi consente di creare le foto panoramiche che amo di più.
Per quanto riguarda il formato immagine sin dall’inizio ho de-
ciso di scattare esclusivamente in Raw; per un professionista è
importante poter avere la garanzia di recuperare le informazioni
primarie di qualunque immagine, per non perdere neppure un
passaggio della storia che si va a raccontare.
COSA È CAMBIATO DAGLI ANNI ’80 AD OGGI E COME
PROMUOVI I TUOI SERVIZI?
Intanto bisogna dire che oggi ci sono pochi matrimoni, le coppie
sempre più spesso scelgono la convivenza; poi è cresciuta molto
la concorrenza, grazie anche al digitale che ha permesso ad un
numero maggiore di giovani l’avviamento verso questa profes-
sione. Oggi, a 55 anni, ho la fortuna di aver coinvolto mio figlio
Ivan, trentenne, al quale delego il primo approccio con le coppie.
Io sono in disparte, ma attento alla conversazione, pronto ad in-
tervenire quando si affrontano temi in cui è meglio dare voce al
“vecchio saggio”. Per far ricadere le scelte su di noi, oltre al pas-
saparola, che è il miglior passaporto per un fotografo di matrimo-
nio, puntiamo su messaggi radiofonici, ancora uno dei media più
seguiti dai giovani, e sulle riviste di settore.
COSA PROPONI AGLI SPOSI PER VALORIZZARE IL SERVIZIO
FRANCO SCHIRMENTI
NON SOLO MATRIMONI
FOTOGRAFICO?
Per le location sono io a de-
cidere i posti dove scattare e
lo faccio senza alcuna pro-
grammazione, decido il giorno
stesso in base ai soggetti, alle
condizioni meteo, alla luce,
tenendo conto ovviamente
delle preferenze degli sposi
se sono più amanti del verde,
delle scenografie urbane o del
mare. Mi piace molto cammi-
nare assieme a loro catturan-
do la spontaneità nei loro gesti.
La foto deve trasmettere emo-
zioni!. In genere lascio gli sposi
liberi di muoversi, consiglian-
do solo alcuni atteggiamenti
necessari a rendere le foto più
naturali come per esempio
non abbassare mai lo sguardo.
Solitamente scattiamo dalle
2.000 alle 3.000 immagini da
punti di vista differenti: mentre
io fotografo con il grandango-
lo mio figlio riprende la stes-
sa scena con un medio tele.
In questo modo il racconto
stampato può avere diverse
angolazioni che lo rendono più
interessante.
FRANCO SCHIRMENTI È UN FOTOGRAFO A TUTTO TONDO: MODA, STILL LIFE E CRONACA.
E COME SE NON BASTASSE I MATRIMONI IMMORTALATI CON LO STESSO IMPEGNO!
focus on
di Osvaldo Esposito
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