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Felice Beato è stato il primo fotografo che l’ha mostrata.
Le sue non sono foto eroiche di soldati al fronte ma di morti
su campi di battaglia. Per questo è entrato nella storia
di Edoardo Sansonne
CHE FACCIA HA LA GUERRA?
Felice Beato è un pioniere nel campo della fotografia, e una pietramiliare
della storia della fotografia. Un titolo ottenuto con una vita fatta di viaggi
e scoperte “per colpa” di un’insaziabile curiosità. Beato vive un’esisten-
za in perenne movimento, vivendo delle fotografie scattate nei suoi lun-
ghi viaggi in Oriente. Persone, architettura, vedute, sono ritratte con ve-
rità e fedeltà, per poi essere raccolte in veri e propri diari di viaggio, che
ancora oggi sono in grado di parlarci di civiltà perdute, più di quanto le
parole da sole non siano in grado di fare. Ma soprattutto Felice è il primo
ad immortalare gli orrori della Guerra. E rispolverando la sua stanza dei
trofei, tornano a scintillare sue “medaglie” conquistate con sfide corag-
giose: è lui il primo fotoreporter della storia. Fino ad allora i conflitti era-
no rappresentati con
la fierezza dipinta sui
volti dei soldati, con
le pompose esibizioni
di battaglioni in riga
e lo sfoggio dell’arti-
glieria più imponen-
te. Mai la cruda re-
altà che comprede le
immagini di cadaveri
dilaniati dagli scontri
sanguinosi. Ne sono
prova le immagini
della presa delle for-
tezze Taku, durante
la seconda Guerra
dell’oppio,
disse-
minate dai cadaveri
dei soldati Cinesi . O
quelli visti in uno dei
suoi
innumerevoli
viaggi in India, dove fa
addirittura riesumare
i resti scheletrici ed i
cadaveri dei ribelli
indiani, disponendoli
a proprio piacimento
per aumentare l’im-
patto
drammatico
delle sue immagini.
Si cimenta nello svi-
luppo di tecniche
fotografiche estre-
mamente innovative
per i suoi tempi. Ri-
esce a stupire il suo
pubblico con vedute
panoramiche com-
poste da più scatti
UN PASSO NELLA STORIA
accostati
orizzon-
talmente mentre e,
affiancato dal socio
Wirgman, modifica i
suoi scatti all’albu-
mina con raffinate
tecniche giapponesi
quali acquarello e xi-
lografia. I due volumi
che realizza nella sua
lunga permanenza
in Giappone, Nati-
ve Types e Views of
Japan, sono appun-
to una raccolta di di
circa 200 fotografie
illustrate con queste
particolari tecniche.
I soggetti che Beato,
da bravo fotorepor-
ter, predilige sono
eterogenei e spazia-
no da vedute mozza-
fiato di città e pae-
saggi, a ritratti del-
la popolazione del
luogo, fino agli usi
e costumi autoctoni.
Durante un suo viag-
gio in Birmania im-
mortala le punizioni
inflitte ai criminali,
ritraendoli legati per
braccia e gambe ed
esposti al sole a pa-
tire le intemperie.
Felice Beato è dun-
que sinonimo di po-
liedricità ed estro,
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