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Ha iniziato il suo percorso fotografico da autodidatta nel 1975, incontrando subito il
favore di alcuni importanti giornali come Stern, Die Zeit e New York Times, che hanno
presto notato e pubblicato i suoi lavori. La Koelbl si é inizialmente occupata di repor-
tage, trattando i temi caldi del suo tempo, tra cui spicca in particolare il conflitto isra-
elo-palestinese. Proprio durante l’Intifada ha concepito un libro, “Judische Portraits”
(Ritratti di Ebrei), in cui ha fotografato alcuni tra i superstiti dell’olocausto, che le hanno
regalato le proprie memorie, il proprio vissuto e i propri volti.
Personaggio di sensibilità particolarmente spiccata, non stupisce che Herlinde si sia
occupata ampiamente di donne nei suoi lavori successivi. Straordinario il suo lavoro sui
capelli, raccolto nel libro “Haare” (Capelli), una sorta di studio sociologico sull’identità,
interpretata attraverso la parte più esterna di noi, i capelli, appunto. Immagini delicate,
ma cariche di storie personali. Capelli utilizzati come scudo, capelli che nascondono,
che minacciano, che seducono.
Di straordinaria forza evocativa sono anche le immagini che ritraggono Robert Mapple-
thorp insieme ad altri personaggi della storia e delle politica contemporanea. Imperdi-
bile una Angela Merkel giovanissima.
Altro interessante lavoro dell’artista tedesca è il progetto “Clothes make the man” (L’a-
bito fa l’uomo) in cui ritrae persone che, per motivi lavorativi, indossano un’uniforme.
Le ritrae sia con l’uniforme che senza. Spesso, infatti, quando guardiamo un’uniforme
non riusciamo a vedere più in là di essa, ma la Koelbl ci permette di scoprire come, die-
tro l’uniforme, esistano persone comuni, semplici uomini e donne, non per forza preti,
soldati, spazzacamini o geisha.
Herlinde Koelbl vuole arrivare all’essenza dell’essere umano, alle
motivazioni che lo spingono a diventare così com’è e compiere cer-
te scelte. Le sue immagini hanno sempre un forte impatto emotivo,
non sono inutilmente provocatorie. Nelle sue opere, la fotografa
tedesca, riesce in modo eccezionale a traferire intere storie perso-
nali attraverso singole immagini.
La Koelbl è stata inoltre una delle prime donne a fotografare uomini nudi. A questo
tema ha addirittura dedicato il libro “Uomini”, in cui tutti i protagonisti appaiono com-
pletamente nudi. Un libro che rende
chiara la differente visione che le
donne hanno della nudità rispetto a
quella degli uomini. Nel libro, infat-
ti, non ci sono mai foto che abbiano
come obiettivo quello di mostrare la
nudità di corpi perfetti, anzi, ci sono
ritratti di anziani, delicati e forti, ci
sono ritratti di personaggi del mon-
do della cultura che mostrano le
proprie imperfezioni e l’occhio del-
la fotografa appare sempre come
un occhio che non giudica, ma che
vuole soltanto conoscere, indagare,
esplorare la realtà.
Non sono molte le fotografe con una
carriera così ricca di successi e che
abbiano saputo rinnovare il proprio
stile senza cadere nella ripetizione.
Herlinde Koelbl prova sempre cose
nuove per capire e sperimentare il
limite a cui si vuole spingere.
A chi le chiede perché abbia scelto
i ritratti e non il paesaggio risponde
“People are unpredictable”, “le per-
sone sono imprevedibili”, un’affer-
mazione che racchiude in sé il sen-
so dell’intera opera di questa grande
protagonista della storia della foto-
grafia contemporanea.
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Angela Merkel
1991 - 1995 - 2006
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Immagine tratta
dal libro
“Clothes make the man”
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