Foto-Notiziario Maggio 2016 - page 32

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L’INCONTRO
hanno verdi smaglianti. Gli alberi sono dei
personaggi”, continua. E lui cerca di capirne
il “carattere e i talenti”. Per questo ne studia
una rappresentazione ad hoc di volta in
volta. “È un work in progress: Raggiungo il
posto, osservo quello che succede, creo una
relazione e poi decido. Per ciascuno cerco un
modo di fotografarli”. C’è già un evoluzione
del racconto su questi vecchi signori saggi:
“All’inizio li ho fotografati interi, poi pezzo per
pezzo per ricomporli, non collimanti, dopo.
Ma non seguo una regola precisa, dipende
dall’albero, dal luogo dove si trova, dalle luci.
L’unica indicazione che rimane invariata per
ogni fotografia di albero che scatto riguarda il
tempo che gli dedico: “Non sono soggetti per
foto di rapina. A volte sono stato anche 4 ore
in un posto per aspettare l’inquadratura che
ritenevo giusta. La foto della grande quercia,
la Farnia delle streghe è composta da 9 foto
diverse con 9 prospettive diverse”. Questi
“ritratti” fanno parte di una pubblicazione
intitolata Stabilitus Loci, che senza intenzione
alcuna di catalogazione, sta diventando una
sorta di censimento degli alberi secolari
in Italia. “È divententissimo cercarli. Ora
abbiamo addirittura degli “informatori”: amici,
conoscenti e anche le regioni adesso ce li
segnalano. Perché c’è ne sono molti, spesso
sconosciuti.”, conclude Majno. Altri invece sono
come vecchi saggi curati e rispettati nei luoghi
dove si trovano e hanno quasi tutti nomi da
fiaba. Come la Farnia delle streghe a Capannori
in provincia di Lucca, una quercia di 600 anni
dove si racconta sia la pianta dove Pinocchio
seppellì le monete d’oro.
La Farnia
delle streghe
a Capannori
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