S
di Luca Pianigiani
GUARDARE OLTRE
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Cosa abbiamo
da raccontare al mondo?
ulle scorse puntate di questo breve ma intenso corso sul mondo “di-
gitale” nalizzato al marketing di un negozio di fotogra a, abbiamo
accennato al fatto che è importante trovare - specialmente nell’am-
bito dei social network - dei contenuti che ci possano far apparire
“interessanti” agli occhi di molti utenti, che potranno poi diventare
nostri clienti o quantomeno ampli catori e divulgatori spontanei del-
la nostra realtà. Il meccanismo dei social network e anche del web è, infatti, quello
che non è detto che coloro che ci seguono sono o potranno essere nostri clienti,
ma “
chi segue chi ci segue
” potrebbe invece al contrario diventarlo: è una catena
in nita di potenzialità da alimentare.
Torniamo quindi ai contenuti che vogliamo erogare per “
diventare famosi e avere
tanti clienti
”. Cosa abbiamo da comunicare all’esterno? Fosse per noi - un “noi” ge-
nerico - pubblicheremmo quello che “ci interessa”, pubblicità più o meno occulta
per convincere tutti ad acquistare qualcosa da noi: fotogra e, servizi, prodotti; una
sorta di “
volantino digitale
”, che genera un solo risultato: quello di annoiare.
I social network non sono la nuova frontiera della pubblicità “
aggratis
”, anche se in
molti li usano così, a volte conmalizia ma molto più spesso per ignoranza (visto che
non funziona). Noi che visitiamo frequentemente questi “mondi”, in particolare nel
settore della fotogra a, siamo disgustati, annoiati ed appesantiti dalle migliaia di
fotogra che si accontentano di pubblicare avvisi del tipo: “
Due nuove foto pubbli-
cate su Facebook
”. Qualcuno pensa che tutti sia-
no lì, online, in trepidante attesa che qualcosa di
“così meraviglioso” possa accadere, e che quindi
risulterà così coinvolgente il solo sapere che un
fotografo, spesso sconosciuto, ci ha fatto un si-
mile“dono”...
La realtà dei fatti è che - mi spiace
dirlo - della vostra “nuova foto” davvero non
interessa a nessuno, ad esclusione di voi che
l’avete postata
.
Interessante diventa, invece, contestualizzare
questa “nuova immagine”. Se dite:
“abbiamo
pubblicato una nuova foto, ritratto di una giova-
ne e promettente attrice, che ha recitato all’ultimo
lm premiato a Venezia”.
Allora questo genera un interesse superiore,
perché non si tratta “solo” di una foto, ma cattu-
ra l’interesse degli appassionati di quella attrice,
degli appassionati di cinema, di chi ama il gossip
e quindi l’e etto che causerà sarà di un interesse
molto più allargato, non sarà “solo una foto”, ma
un’attrazione e un’occasione.
Direte: ma io non fotografo stelle del cinema, fo-
tografo il bambino che abita nel palazzo di fron-
te al mio negozio, oppure il matrimonio di una coppia“
normale
”…non posso certo
godere degli stessi “privilegi” e della stessa “curiosità” che potrebbe essere scate-
nata da un personaggio famoso. In questo caso, quello che dovete fare è creare
interesse attorno a queste foto, che non siano solo un biglietto da visita che parla
di voi…
date corpo a queste immagini, spessore, raccontate una storia, tra-
sformate quella foto pubblicata in una sintesi di qualcosa che apparirà come
una piccola magia.
Per esempio…
Per esempio, raccontate brevemente la storia di quel bambino, di quella cop-
pia. Con poche parole, ma che possano catturare l’attenzione del pubblico, che
possano creare un piccolo evento interessante, e non solo l’ennesima pubblica-
zione di qualcosa che rimane sterile (se tutti dovessero segnalare su Facebook
o su Twitter ogni volta che si scatta una foto, sarebbe un delirio!). Qualcosa del
tipo:
“Guardate i ritratti di Tommy, un simpatico bambino di 6 anni con le lentiggi-
ni, con il quale abbiamo giocato con una enorme palla rossa, più grande di lui. E’
stata una sessione di fotografie faticosa (lui continuava a tirare la palla sulla mia
fotocamera, e ha fatto anche due goal!), ma ci siamo divertiti un mondo… sono
convinto che vi divertirete anche voi!”
Ecco, è un esempio banale, ma chi è che passando anche distratto, non avrà voglia
di vedere le foto di“Tommy”? Perché da quel momento non sarà più solo“un bam-
bino”, ma “quel bambino”, abbiamo creato un’aspettativa e ci abbiamo dedicato
solo pochi minuti in più rispetto alla “semplice”
pubblicazione di una foto priva di descrizione e
di “appeal”. Dovete fare in modo che quello che
fate e mostrate non sia“banale”, ma che sia emo-
tivamente forte, un’occasione da non perdere,
che sia qualcosa di importante.
Ogni foto può
raccontare tantissimo, si dice che una foto
può sostituire mille parole, ma in un magma
in cui ci sono miliardi di immagini, qualche
parola accurata potrà aiutare.
Quello che dobbiamo capire è che i social
network ci permettono (o ci impongono) di es-
sere dei moderni narratori di racconti, dei magici
pi erai che portano le persone verso i percorsi
che sono quelli che ci interessano, ma che de-
vono prima di tutto interessare i nostri utenti.
Quello di oggi è solo un piccolo esempio, ce ne
sono tanti altri a vostra disposizione…. conti-
nuate a leggerci e seguirci!
Luca Pianigiani è giornalista e consulente. Si occu-
pa di marketing per fotogra . Se siete interessati,
potete contattarlo a:
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