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          e propria dell’autore.
        
        
          Dagli anni ‘30 ai ‘50 Jakob Tuggener perseve-
        
        
          ra nella sua dedizione alla fotografia dei gran-
        
        
          di impianti industriali, frequentando allo stes-
        
        
          so tempo l’ambiente dell’alta società svizzera.
        
        
          Ciò che ne scaturisce è la delicata e spumeg-
        
        
          giante raccolta “Nuit de Bal”, un’istantanea
        
        
          storica che racconta gli eventi mondani del-
        
        
          la Svizzera di chi, anche durante la Seconda
        
        
          Guerra Mondiale, sa come divertirsi. L’occhio
        
        
          di Tuggener di tanto in tanto scivola dai viso-
        
        
          ni e dallo scintillio di principeschi gioielli, per
        
        
          soffermarsi sui cosiddetti lavoratori invisibili:
        
        
          personale di sala, musicisti, camerieri . L’alta
        
        
          società, la quale sentì violata l’intimità di una
        
        
          mondanità dalle peccaminose sfaccettature,
        
        
          non gradì l’esperimento. Il risultato fu che le
        
        
          raccolte non vennero mai pubblicate.
        
        
          Tuggener riesce a narrare con imparziali-
        
        
          tà quella tempesta di contraddizioni che è il
        
        
          periodo della prima metà degli anni ‘90 e lo
        
        
          fa con un linguaggio visivo talmente attuale
        
        
          da farci ricordare che questi temi di cui parla
        
        
          sono più contemporanei che mai.
        
        
          Sotto, tre
        
        
          istantaee tratte
        
        
          dalla raccolta
        
        
          “Nuit de Bal” che
        
        
          ritraggono un
        
        
          evento mondano
        
        
          dell’alta società
        
        
          svizzera.
        
        
          Nell’altra pagina,
        
        
          la facciata della
        
        
          fabbrica Oerlikon
        
        
          UN PASSO NELLA STORIA