Foto-Notiziario Settembre 2015 - page 34

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e devi portare a casa un bel servizio in ogni si-
tuazione
Qual è stato l’iter?
Noi abbiamo seguito le indicazioni dell’ Enac
ma nel corso del tempo ci sono stati diversi
cambiamenti… Nel nostro caso bisognava di-
chiarare che tipo di attività facevamo e con
quali mezzi, dopodiché inizia un periodo ob-
bligatorio di sperimentazione durante il quale
devi dichiarare che hai fatto determinate nu-
mero di ore di volo. Come costruttore, inoltre,
sei tenuto a comunicare tramite autocertifica-
zione che i tuoi mezzi rispettano le normative
e a quel punto, se le carte sono in regola, sei
riconosciuto come operatore.
Inoltre, per lavorare, è indispensabile avere
un patentino che si può ottenere presso i vari
campi di volo e aeroclub sparsi per l’Italia.
Senza patentino cade automaticamente l’altro
requisito fondamentale che è l’assicurazione ob-
bligatoria.
Che tipo di attrezzatura
usate?
Nella nostra flotta abbiamo droni di ogni gene-
re; siamo partiti dal phantom, ma ormai non
lo usiamo praticamente più. Poi abbiamo degli
apparecchi buy and fly tipo l’inspire della dji e
una serie di S1000, completamente modifica-
ti da noi; li abbiamo ottimizzati cambiandogli
centraline, motori, eliche, per sfruttarli al me-
glio in base alle nostre necessità.
La differenza è evidente, recentemente siamo
stati a fare la Formula 1 con la Ferrari; la Lotus
aveva un team con un drone uguale al nostro,
il loro ballava imbizzarrito mentre il nostro era
fermo come se fosse stato su un cavalletto.
Abbiamo anche alcuni droni progettati comple-
tamente da noi partendo da zero, sono adatti
alle telecamere cinematografiche e tengono
fino a 40kg di peso. Generalemente le camere
che usiamo di più sono la Canon 5d mark III e
la Panasonic gh4; mediamente sono loro due le
più richieste, invece nel settore pubblicità e ci-
nema la più richiesta è la Red Epic.
Con le norme attuali come vi
trovate?
In questo momento siamo tutti in attesa di un
nuovo regolamento, perché nella situazione
attuale ci è difficile operare. Ci è permesso
lavorare solo all’interno di proprietà private,
lontano da paesi, città e assemblamenti di per-
sone, il che rende le possibilità molto riduttive.
Purtroppo in Italia c’è molta gente che si im-
provvisa operatore e fa lavorare il drone ovun-
que senza rispettare le norme; il guaio è che
se succede un incidente e il drone si schianta
veniamo danneggiati anche noi che rispettiamo
le norme. All’estero ci sono norme più precise
e più facili da applicare e da far rispettare; per
esempio, la Francia ha una normativa molto
rigida, la Svizzera è più permissiva mentre la
Norvegia è super permissiva. Purtroppo oggi
in Italia è difficile capire cosa puoi o non puoi
fare, è difficile rispettare normative che sono
ancora provvisorie e poco chiare.
Qualcosa di insolito che vi è
capitato?
Recentemente con la Formula 1 c’era la Ferrari
che girava; il tecnico ci aveva assicurato che ci
avrebbe dato le indicazioni per aiutarci: “ 5 mi-
nuti... 2 minuti... macchina fuori dal box... mac-
china sul tracciato...”. In questo modo avrem-
mo potuto regolarci e stare pronti. Questi erano
gli accordi, ma... nel momento si è dimenticato
di avvisarci in anticipo. Noi eravamo in attesta
così, quando all’ultimo momento dalla radio ci
ha detto: “Macchina sul tracciato...”, noi non
abbiamo neanche fatto in tempo ad accendere
il drone che la macchina era già sfrecciata via…
Inconvenienti del mestiere!
Cosa consiglieresti a chi
vuole intraprendere la strada
dei droni?
Quello che è importante sottolineare e ribadire è
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