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mostre
Carola
Ducoli, Vasilij
Vasil’evic
Kandinskij
Milano Photofestival,
Associazione
Culturale Baricentro
dall’11 al 27 maggio
Qualsiasi sfumatura
di colore non è solo
portatrice di proprietà
fisiche, ma racchiude
un racconto sonoro,
nervoso e di sensa-
zioni; il passaggio
di sole tre tinte può
descrivere la genesi,
lo svolgimento e la
fine della storia di un
uomo. Il colore, ovvero
luce che riflette diffe-
rentemente a seconda
delle superfici che
incontra e che viene di
conseguenza avvertita
dall’occhi, è in grado
di sprigionare reazioni
inconsce, far nascere
aberrazioni percettive
e mutare sensazioni,
mescolando fisica
e psiche. Per Kan-
dinskij il pigmento è
un’intensa narrazione
sensoriale, ne avverte
infatti una musicalità,
una fisicità, e una di-
rezione, Carola Ducoli
ne cerca il movimento.
Nelle opere, infatti,
viene mostrata una
democratica assem-
blea di diverse voci
che dialogano poetica-
mente: spazio, corpo
e suono.
Herb Ritts,
In Equilibrio
Milano,
Palazzo della Ragione
fino al 5 giugno
La prima grande
retrospettiva di Herb
Ritts a Milano. Crea-
tore delle immagini
più incisive, sognanti
e perfette dello star
system hollywoodia-
no, Herb Ritts è stato
un grande interpre-
te della fotografia
internazionale. Suoi
sono molti dei ritratti
che hanno costruito,
è proprio il caso di
dirlo, celebrities come
Madonna, Michael
Jackson o Richard
Gere. Sue sono le
fotografie patinate e
oniriche della moda,
dove gli abiti lucenti
di Versace, i corpi
perfetti delle modelle,
sono immersi in una
luce piena e vaporosa.
Limbo
Milano, Officine
dell’Immagine
fino al 16 aprile
Gohar Dashti, artista
iraniana, torna a Mila-
no con una personale
fotografica, Limbo,
che condensa temi
autobiografici e im-
magini del paesaggio
naturale del suo Iran.
La mostra, curata da
Silvia Cirelli, è alle
Officine dell’Immagine
dal 4 febbraio al 16
aprile. Protagonista
di questi scatti è il
paesaggio desertico
nell’isola di Qeshm,
nel Golfo Persico, sul
cui sfondo si stagliano
una serie di perso-
naggi che paiono fuori
posto e vulnerabili,
contribuendo alla
sensazione di deso-
lazione e malinconia
evocata dalla natura
circostante. Sono
immagini fortemente
connotate anche da un
punto di vista biogra-
fico, che rappresen-
tano il dramma di chi,
lontano dalla propria
terra perché profugo
o esiliato, si ritrova
privato di identità e
cultura. Abbandonato.
Helmut Newton.
Fotografie.
Venezia, Tre Oci
fino al 7 agosto
Per la prima volta
a Venezia, oltre 200
immagini di Helmut
Newton, uno dei foto-
grafi più importanti e
celebrati del Nove-
cento. L’esposizione,
curata da Matthias
Harder e Denis Curti,
organizzata da Civita
Tre Venezie in collabo-
razione con la Helmut
Newton Foundation, è
frutto di un progetto,
nato nel 2011 per vo-
lontà di June Newton,
vedova del grande
fotografo. La rassegna
raccoglie le immagi-
ni di White Women,
Sleepless Nights eBig
Nudes, i primi tre libri
di Newton pubbli-
cati alla fine degli
anni ‘70, volumi oggi
considerati leggen-
dari e gli unici curati
dallo stesso Newton.
Nel selezionare le
fotografie, Newton
mette in sequenza,
l’uno accanto all’altro,
gli scatti compiuti
per committenza
con quelli realizzati
liberamente per se
stesso, costruendo
una narrazione in cui
la ricerca dello stile,
la scoperta del gesto
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a cura di Edoardo Sansonne