tutto improvviso e impreve-
dibile, l’attrezzatura ti salva
completamente e riesci a
portare a casa un fedele re-
portage.
IL TUO È UN MODO DI
VEDERE IL MATRIMONIO
DA REPORTAGISTA, COME
TI COMPORTI CON GLI
SPOSI? LI LASCIA LIBERI O
CERCA DI GUIDARLI?
Tendenzialmente li lascio li-
beri, tutti gli sposi vogliono
solo potersi godere le loro
nozze in pace. Alcuni però,
quando non sono spontanei,
vanno presi per mano e gui-
dati un po’. Dipende sempre
dalle persone.
E L’LLUMINAZIONE?
Luce naturale, senza modi-
fiche. Bisogna individuare la
luce giusta in una frazione di
secondo. Io lavoro da solo,
senza assistenti, quindi uti-
lizzo gli iso alti in caso di in-
terni poco luminosi. Non mi
serve altro.
HAI UN ATELIER DOVE
RICEVI I CLIENTI?
Esatto, ho un delizioso ate-
lier dove accolgo i clienti e
poi una sala di posa, staccata
dall’atelier, dove invece fac-
cio i ritratti alle coppie, alle
modelle o ai bambini.
L’atelier mi serve per cocco-
lare i clienti e farli sentire a
proprio agio.
SEI MOLTO ATTIVO SU
FACEBOOK, RIESCI A
LAVORARE ANCHE LÌ?
Facebook riesce a portare un
flusso di lavoro notevole. Lo
aggiorno quasi quotidiana-
mente e devo ammettere che
è straordinario come riesce a
creare contatti tra le persone
e con i potenziali clienti.
RIESCI ANCORA A
TROVARE NUOVI STIMOLI
E NUOVE SFIDE O ORMAI
OGNI MATRIMONIO È
UGUALE AL PRECEDENTE?
Per me ogni matrimonio è un
po’ come procreare dei figli.
Tu fotografi e crei una crea-
tura, te la coccoli per bene e
cerci di farla crescere sana,
forte ed energica. È sempre
una prima volta. L’emozione
è talmente tanta che ogni
volta sono agitato come se
fosse il primo matrimonio,
non ti posso spiegare il mal
di pancia che mi viene. Que-
sto è importante perché vuol
dire che stai facendo il tuo
lavoro in maniera professio-
nale e con una devozione as-
soluta.
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