Foto-Notiziario Maggio 2016 - page 65

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frontale ad altezza occhi, dall’altrami penalizza-
va: il vetro avrebbe tolto nitidezza a prescindere.
Un lieve abbassamento delle orecchie del le-
opardo, un esemplare femmina incinta, mi ha
fatto capire che stava per scattare. Neanche il
tempo di inquadrare e ho fatto partire la raffica.
Quella che vedete è la più suggestiva di tutta la
sequenza.
Da questa foto postata
su Facebook è nata una
discussione sulla possibilità
di stampa. Hai quindi fatto
analizzare il file da Marco
Olivotto, uno dei massimi
esperti italiani di gestione
colore, oltreché ambassador
Eizo.
Sì, il tutto è nato da un commento un po’ ca-
tegorico di qualcuno: “Va bene per il web ma
dubito esca qualcosa di decente anche solo
in 20x30cm”. Premesso che dare simili pare-
ri analizzando una fotografia su un social mi
sembra eccessivo, per tagliare la testa al toro
ho inviato il file originale a Marco Olivotto,
(il cui
parere potere leggere nel box qui a fianco)
. Det-
to ciò segnalo che la fotografia in questione at-
tualmente viene utilizzata su manifesti stradali
di promozione del Parco faunistico.
Fino a che sensibilità l’hai
testata?
Fino a 40.000 iso, vedi foto del leopardo dell’A-
mur, stesse impostazioni.
Con il sistema di autofocus e
tutti quei punti come ti sei
trovata?
Non ho avuto modo di effettuare grandi test
sul nuovo sistema AF, è assai articolato e
necessita di più tempo per poter esprimere
un parere che abbia senso. Ho effettuato solo
brevi test sul punto centrale e i -4EV.
Cosa ti ha sorpreso e cosa
pensi possa mancare a questa
nuova reflex?
Resa Iso e velocità della raffica. Anche se
andrebbe testata su soggetti più piccoli, più
veloci e dal volo più imprevedibile, ho fatto
un rapido test di inseguimento di un airone
a pelo d’acqua, scattando in raw e in raffica
lenta... oltre 60 scatti senza perdere un solo
movimento delle ali.
Cosa pensi possa mancare?
Difficile dirlo. Da un punto di vista ergonomi-
co mi son trovata spiazzata dal tasto iso vicino
al pulsante di scatto laddove c’era il pulsante
mode esposizione, ma si tratta di farci l’abitu-
dine. E a voler essere davvero pignoli, un AF su
tutto il frame sarebbe assai gradito.
IL PARERE DI MARCO OLIVOTTO - EIZO SPECIALIST
Ho avuto modo di esaminare alcune fotografie realizzate con la nuova
Nikon D5 ad alti ISO e in condizioni di illuminazione abbastanza critica. Ciò
che m’interessava era valutare qualitativamente la presenza e il peso del
rumore – sia cromatico che di luminanza. A una sensibilità di 16.000 ISO, in
particolare, il risultato è sorprendente: il rumore si manifesta, naturalmen-
te, ma è perfettamente gestibile con i normali controlli presenti in Adobe
Camera Raw o Lightroom, senza dover ricorrere a parametri estremi e tan-
tomeno a plug-in esterni. Ciò che colpisce, oltre alla moderata quantità di
disturbo, è la sua struttura: in diversi casi, agire sul cursore Esposizione e
sui controlli di riduzione del rumore per recuperare una fotografia sottoe-
sposta genera uno sgradevole rumore a bande o addirittura a macchie che
fa generalmente preferire la normale granulosità delle immagini digitali.
Non stavolta, però: il rumore residuo risulta omogeneo e l’immagine priva
di banding – perlomeno fino a che le impostazioni prescelte rimangono ra-
gionevoli; ma d’altronde, non serve spingersi particolarmente in là. Sugge-
rirei di partire con una riduzione del rumore di luminanza pari a 20, su una
scala massima di 100. Le fotografie risultano facilmente stampabili anche
in grande formato, senza che si notino effetti collaterali inaccettabili.
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