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mente occasionale, in casi particolari.
Quanto vale il primo
approccio con il cliente e
come lo gestisci?
Per me è quasi tutto. È essenziale, fondamen-
tale che vi sia subito empatia fra me e la coppia
perché io ho bisogno di divertirmi, il matrimonio
per me è un “lavoro divertente”. Ormai capisco
fin dal primo incontro quando con la coppia non
vi può essere il feeling necessario alla buona ri-
uscita del servizio.
Dettagli, riflessi, ombre.
Parlaci degli elementi
distintivi dei tuoi scatti...
Mi piacciono molto i contrasti forti, non solo in
termini di luce ma soprattutto in termini di sce-
nari. Non di meno i chiaroscuri, soprattutto nel
bianconero e nelle situazioni più intime. Adoro le
nuvole negli spazi aperti come scenografia dei
miei scatti e soprattutto la tenerezza della spo-
sa durante quel giorno, talvolta affiancata dai
bambini. Cerco nel contorno, non solo e sempre
tra i protagonisti; spesso è qui che si nasconde il
segreto di uno scatto, nelle situazioni collaterali
che molti non considerano.
Il valore del bianconero
secondo te?
Il bianconero è una dimensione che non tut-
ti comprendono. A volte avrei la tentazione di
consegnare un intero matrimonio così, ma im-
magino che difficilmente verrebbe capito. Devo
ritenermi fortunato comunque perché ho sem-
pre avuto a che fare con clienti che hanno ap-
prezzato e spesso scoperto il bianconero con i
miei scatti. Non potrei immaginare un servizio
matrimoniale senza foto in bianconero.
Quanto conta la
postproduzione?
Oggi penso conti parecchio, inutile negarlo ma
dipende sempre da come si fa. Io ad esempio
scatto in raw per avere un file potenzialmen-
te molto duttile, ma in post produzione lavoro
solo sui contrasti.
Un momento critico da
raccontare?
Una volta dopo la cerimonia religiosa in chie-
sa, nella fretta e la concitazione, era quasi
sera e dovevamo scappare a mezz’ora di stra-
da da lì a fare le foto di esterni prima del tra-
monto, nel riporre le attrezzature in macchina
mi sono cadute le chiavi nel cofano mentre lo
chiudevo. Un attimo dopo ho realizzato che
avrei potuto aprire solo schiacciando il pul-
santino sul telecomando attaccato alle chiavi.
Ancora oggi trovo pezzetti di vetro in qualche
angolo della macchina!
