Foto-Notiziario Ottobre 2014 - page 37

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flex è molto differente. Le prime richiedono una
visione dell’immagine completamente nuova e
ripensata. In un certo senso cambiano i ritmi del
lavoro stesso. Devo dire quindi che in termini di
prestazioni se la giocano ad altissimi livelli.
Come definisci il tuo stile
fotografico?
Non sono alla continua ricerca del reportage
estremo e anche se amo molto raccontare le
cose come accadono, se voglio fare un ritrat-
to posato lo chiedo. E’ questione di trovare il
giusto equilibrio tra me ed il soggetto. Questo
è complicato da fare direttamente il giorno
del matrimonio, quindi dedico molto tempo
prima a parlare con gli sposi, ad ascoltare le
loro aspettative e raccontare loro le mie visio-
ni. Chiedo solo di dedicarsi l’uno all’altra e alla
giornata, il resto lo raccontano le immagini. In
una giornata così lunga come è quella del ma-
trimonio è davvero importante che si crei un rapporto di totale fiducia.
Quale credi sia il tuo punto di forza?
Dietro un’ottima immagine non c’è solo estetica, non c’è solo luce,
ma ci deve essere un messaggio. Fondamentale nel nostro lavoro è
la continua ricerca, quindi passo molto del mio tempo ad osservare.
Quindi se dovessi definire il mio punto di forza con una sola parola
direi, la pazienza.
Chi sono i tuoi clienti?
L’80% sono stranieri che mi contattano attraverso il sito. Spesso ven-
gono a sposarsi in Italia, ma ci sono anche casi in cui sono io a spo-
starmi. La restante percentuale nasce dal passaparola. Ho un sito
completamente in inglese, è stata una chiara scelta di percorso.
Hai un team di persone o lavori da solo?
Si, ho un team che mi affianca a Torino ed una persona a Milano. Ci
dividiamo i compiti: ricerca, grafica, post-produzione, comunicazione
e video. Mi piace lavorare in squadra, credo che la contaminazione dei
vari punti di vista renda il risultato sempre sopra le aspettative, nostre
e dei clienti.
Per saperne di più:
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