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Da Rimini è arrivata a Milano per studiare fotografia, è diventata assisten-
te di Gabriele Basilico e ha scoperto il suo amore per il reportage, che
l’ha portata in giro per il mondo con una sola missione: raccontare storie.
Appena hai finito la scuola di fotografia sei
diventata assistente di Gabriele Basilico, cosa
ti ha lasciato l’esperienza con uno dei più
grandi fotografi italiani?
Mi ha lasciato un metodo di lavoro molto preciso: scadenze, pagamenti,
clienti, ho imparato moltissimo dal suo modo di lavorare. Erano tutti
lavori di altissimo livello e mi hanno permesso di imparare la professio-
nalità prima ancora della professione. Dopo di che il mio spirito mi ha
fatto lasciare l’architettura per il reportage, la mia vera passione.
Poi è iniziato il tuo lavoro da freelance...
Esatto, ho piano piano imparato a seguire storie dedicandogli il tempo
che era necessario, dovevano avere un inizio, una fine e in mezzo tanto
racconto. Ho lavorato per due anni fissa a D di Repubblica che ave-
va l’esclusiva sul mio lavoro, questa è stata un’eccezione nel mondo
dell’editoria perché i fotografi erano quasi sempre fuori dalle redazioni
e mai all’interno. Sono stati due anni importanti perché lavorare per
un giornale come D di Repubblica è il massimo per un fotografo che
vuole seguire storie. Poi ho fatto due figli, ma ho continuato a vendere
i servizi ai giornali.
In questo momento storico di crisi
dell’editoria, riesci ancora a lavorare in modo
continuativo con le redazioni?
Il mercato è cambiato completamente, io continuo a fare la fotogra-
fa, ma non mi limito più a un solo settore. Devi farti venire delle idee
Storie, eventi, situazioni raccontate attraverso i reportage
di Isabella Balena: in alto, la difficoltà di chi vive al
limite, l’edizione del 1995 di Miss Italia, alcuni profughi a
Lampedusa e, nell’altra pagina, una pattuglia dell’esercito
palestinese nella Striscia di Gaza
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