Foto-Notiziario Maggio 2016 - page 52

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to con le offerte di molti italiani, in parte molti
vicentini, e con gli aiuti anche degli ebrei che
aveva salvato nell’ultima guerra nel periodo
che era a Roma, ha realizzato scuole, ospedali,
ospizi, fabbriche di mattoni e una fabbrica di
serramenti per realizzare tutte queste opere,
oltre 360 case per i lavoratori dipendenti. Ed
è morto in povertà. Un altro aspetto è di avere
salvato gli indios Xavantes destinati allo ster-
mini per fare posto ai pascoli dei fasenderos
creando la riserva a Sangraduro.
Come si è svolto e quanto è
durato il vostro viaggio?
Il viaggio è durato 21-25 giorni. Si è svolto da
metà settembre 2015. Il lavoro maggiore lo ha
svolto Claudio Tessarolo, che si è subito mes-
so in contatto con i Salesiani di Torino per ave-
re informazioni e per avere l’appoggio di tutte
le sedi salesiane in Brasile, altre informazioni
le avevamo dall’Onuls Mons. Camillo Faresin,
e così abbiamo pianificato viaggio e incontri,
una vera maratona giornaliera con 10-15 ore
di lavoro ogni giorno a 45 gradi con un umidità
pazzesca. Una vera avventura anche se parti-
colare in luoghi magici e fantastici.
A livello tecnico che tipo
di attrezzature avete usato
per fotografie e video?
Io come fotografo uso tutto Nikon, macchina
fotografica D300 s - poi nello zaino ho un otti-
ca fisheye che uso per realizzare tour virtuali,
un grandangolo, un’ottica 18-70mm - un 70-
200 - un 300mm, filtri vari. Abbiamo usato
un drone e abbiamo “ingaggiato” Alessandro
Mattielli, anche lui esperto in video per pilo-
tarlo. Come drone abbiamo optato per il Par-
rot bebop. Questo drone sembra un giocattolo
e questo ci ha permesso di farlo passare alla
dogana e di utilizzarlo senza grandi problemi,
inoltre è facile da usare, tre computer rego-
lano il movimento e si ottengono delle buone
immagini stabilizzate. Ma ribadisco il fatto
che avere un drone di così piccole dimensio-
ni ci ha permesso di filmare all’interno dei
parchi. Una volta è arrivato un guardia parchi
che, vedendo il “giocattolo”, ci ha solo detto
di finire e di smettere. Probabilmente se fos-
se stato un drone professionale ce lo avrebbe
sequestrato dove tutto è più lento, non se ne
parla di chiedere autorizzazioni...
Quanto è durato il lavoro di
postproduzione e montaggio?
Siamo rientrati al 20 di ottobre, abbiamo ini-
ziato subito e al 22 dicembre abbiamo pre-
sentato il libro in italiano e il documentario,
a Pasqua è uscito anche libro e dvd in porto-
ghese, e inglese, in tutto settemila copie.
Che difficoltà avete
incontrato e che approccio
avete usato sul territorio?
Gli appoggi, come detto prima, sono stati pre-
valentemente dalle suore della divina volontà
di Guiratinga e nelle varie sedi dei Salesiani.
Poi abbiamo avuto al seguito Beppe Corso, un
volontario da Fonzaso (Belluno) che ci faceva
da interprete, per il resto il lavoro consisteva
nel fissare gli appuntamenti con chi aveva avu-
to contatti con Mons. Camillo Faresin, perciò i
medici dell’ospedale, delle scuole, degli ospi-
zi, dei vescovi, e l’incontro emozionante con il
capo Tribù dei Xavantes, che ci ha raccontato
di Mons. Camillo Faresin. Qui abbiamo trovato
delle immagini inedite di filmati realizzati da
un Salesiano tedesco di don Camillo Faresin
che battezza i primi Xavantes, 10 anni dopo
che li aveva salvati (praticamente una richiesta
loro). La difficoltà maggiore in Brasile è spo-
starsi in auto su strade asfaltate piene di bu-
che che sono come dei crateri, create dai gran-
di camion di soia, se entri per errore in velocità
ci lasci le ruote e voli fuori strada, e su altre
strade di terra rossa che quando piove diventa
più difficile che guidare nel ghiaccio.
Avete in programma una nuova
storia da raccontare?
Come Equipe Sans Maison abbiamo già pre-
parato una cartellina di presentazione “Ma-
puche Patagonia 2016”, sulle tracce del po-
polo dei Figli della Terra. I Mapuche gli indios
tra Cile e Argentina che lottano ancora per
rivendicare il diritto della loro terra.
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