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          che il mood era quello dello stile dagli anni
        
        
          40 agli anni 70. Così sono andato vestito in
        
        
          stile Happy Days. Ecco, l’idea è quella di far
        
        
          parte della festa, più stai dentro e più vivi
        
        
          quello che è il clima dell’evento.
        
        
          Che attrezzatura utilizzi
        
        
          durante i matrimoni?
        
        
          Quasi tutte ottiche fisse di Fujifilm. Utilizza-
        
        
          vo Xt, adesso è uscita la nuova XPro 2 di cui
        
        
          sono stato uno dei tester in anteprima che
        
        
          al momento è il video sul canale Fujifilm più
        
        
          visto. Poi mi porto sempre una X100T, una
        
        
          macchina ottica fissa che adoro e che attacco
        
        
          alla cintura per averla sempre con me. Ne-
        
        
          gli anni ho sempre considerato la fotografia
        
        
          come un prender la luce che c’è e utilizzar-
        
        
          la. Ultimamente ho cominciato a utilizzare i
        
        
          flash di Profoto, di cui sono testimonial. Agli
        
        
          sposi nel corso della giornata chiedo di dedi-
        
        
          carmi solo cinque minuti in cui loro possono
        
        
          fare quello che vogliono ma in cui io gestisco
        
        
          le luci e lo scatto. Utilizzare una luce buo-
        
        
          na in una situazione del genere può davve-
        
        
          ro fare la differenza. Come illuminazione di
        
        
          supporto utilizzo dei Profoto B1, dei flash a
        
        
          batteria molto potenti che ti consentono di
        
        
          ottenere tutta la luce che vuoi. Sono dei flash
        
        
          da studio ma che puoi portare ovunque per-
        
        
          ché sono alimentati da batteria e hanno una
        
        
          grande autonomia.
        
        
          Che consigli dai a chi si
        
        
          avvicina a questo mondo?
        
        
          I colleghi di solito consigliano di… lasciar
        
        
          perdere. Io consiglio invece di studiare tan-
        
        
          tissimo perché, e questo me lo ripeto tutti
        
        
          i giorni, chi si ferma è perduto. È fonda-
        
        
          mentale sempre imparare una tecnica nuo-
        
        
          va, capire come funziona una luce appena
        
        
          uscita, guardare cosa fanno i colleghi. Il
        
        
          problema di questo mestiere è che abbia-
        
        
          mo un ego smisurato e lavoriamo sempre
        
        
          da soli, ci confrontiamo poco tra di , ecce-
        
        
          zion fatta per qualche associazione di cate-
        
        
          goria. Io sono ormai cinque anni che vado
        
        
          al Londra al SWPP, un evento che richiama
        
        
          fotografi da tutto il mondo. Per me è stato
        
        
          davvero utile vedere come lavorano gli altri
        
        
          fotografi nel mondo. Il mio consiglio è di fre-
        
        
          quentare eventi come questo che sono dei
        
        
          preziosi momenti di confronto e di crescita.
        
        
          Quest’anno a gennaio ho tenuto proprio al
        
        
          SWPP una lezione su come un fotografo di
        
        
          mestiere possa affrontare la crisi, una crisi
        
        
          però non solo economica ma spesso legata
        
        
          al fatto che se non si ha un progetto rischia
        
        
          di diventare soltanto un mestiere.