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V
iola Cajo De Cristoforis ha studiato fotogra-
fia a Milano, poi ha girato tre continenti in
barca ed è tornata con le idee chiare: la sua pas-
sione è la food photography.
La fotografia di food deve
rispettare certi criteri,
quali?
Partiamo dal presupposto che bisogna sempre
tenere presente il committente e lo scopo per
cui si fa una foto di food. In linea generale credo
sia sacrosanto che il cibo sia bello, invitante e
irresistibile. La cosa che più mi piace è rendere
viva una cosa che apparentemente non ha vita.
Con la luce gli conferisco naturalezza e con i co-
lori la gioia di essere.
Da quanto tempo fai questo
lavoro e perché ti sei
appassionata al food?
Ho fatto il liceo artistico a indirizzo figurativo. Da
sempre amo disegnare, scolpire, scrivere, creare
con lemani. Terminato il liceo avevo provato varie
tecniche espressive, ma la fotografia mi manca-
va perché da piccola ero sempre con la macchina
fotografica in mano e mi ricordava mio papà. Ho
frequentato una scuola triennale di fotografia a
Milano e mi sono diplomata nel 2004. Da allora
ho iniziato una bella gavetta, prima con un famo-
so stage da Grazia Neri e poi facendo l’assistente
freelance per vari fotografi e lavorando per i miei
progetti personali in parallelo. Mi sono resa con-
to di non essere felice in questa situazione, c’era
tantissimo lavoro, ma troppi pochi soldi. Un gior-
no ho lasciato tutto e sono partita per un lungo
viaggio durato 8 mesi con il Barca Stop: 2 oceani,
3 continenti, 4 barche.
E poi?
Poi è uscito il mio libro “Ricette di un tonno
pacifico e gli ingredienti per pescare un so-
gno”. Ho ripreso a lavorare nella fotografia
(che in realtà non avevo mai abbandonato) e
ho deciso che il mio futuro sarebbe stato la
fotografia di food.
Perché proprio il food?
Mi piace l’atmosfera che si crea quando si scatta
un servizio di food, mi piace rendere vivo tutto
ciò che non sembra vivo.
Che attrezzatura utilizzi?
Una reflex digitale Canon. Ho lavorato e speri-
mentato tantissimo anche con la pellicola e mi
ha insegnato moltissimo. Amo la luce del sole
e cerco di usarla il più possibile. Quando proprio
non è possibile uso la luce continua.