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verno del 2012 vidi per la prima volta l’aurora
boreale. Da allora il viaggio alla caccia delle
Luci del Nord è diventato una tappa costante
nella mia vita da fotografo.
Come ti sei avvicinato alla
fotografia?
La passione per la fotografia ce l’ho sempre
avuta, sin da piccolo. Dopo la Laurea, quando
mio padre mi regalò una macchina fotografi-
ca, la passione ha iniziato a trasformarsi in
qualcosa di più serio. Da quel momento infatti
mi sono avvicinato alla fotografia in modo più
consapevole e impegnato, affiancandole la mia
più grande passione: viaggiare. Le due passio-
ni hanno poi seguito strade parallele. Tra i vari
generi fotografici ho sempre avuto un debole
per la fotografia naturalistica e di paesaggio,
cui mi dedico maggiormente a scapito di altri
generi molto popolari nella fotografia di viag-
gio, come il ritratto.
C’è stato un viaggio che
ti ha indirizzato in questo
percorso?
Tutti i viaggi direi. Il primo in assoluto fu in Ar-
gentina che feci poco dopo la laurea. Ma quel-
lo che mi ha definitivamente indirizzato verso
la fotografia paesaggistica fu il primo viaggio
in Islanda nell’estate del 2011. Sono rimasto
letteralmente stregato dalla bellezza dei pae-
saggi, della luce, della quiete e della gente che
si incontra a cavallo dei circoli polari. Il colpo
di grazia arrivò poi qualche mese dopo con il
primo, folgorante impatto con l’aurora boreale.
Quante volte sei andato in
Lapponia?
Sono stato diverse volte, sia d’estate che d’in-
verno, per passione ma anche per lavoro. In
particolare collaboro con LappOne, un tour
operator specializzato che organizza tour foto-
grafici in Lapponia, nei quali sono la guida tec-
nica che aiuta i partecipanti a immortalare al
meglio i magnifici paesaggi di giorno e le auro-
re boreali di notte. La Lapponia è un posto fan-
tastico, un territorio sterminato grande quasi
tre volte l’Italia, e la mia esperienza lavorativa
per adesso è concentrata sulla zona di confine
tra Svezia e Finlandia, nella valle del fiume Tor-
nio, ma abbiamo in cantiere altri progetti per