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rovarsi faccia a faccia con una terra in
cui la natura ha ancora un valore predo-
minante e dove l’uomo ha rispettato la sua
grandezza senza invaderla e sconvolgerla ol-
tre l’indispensabile, è di sicuro un modo nuo-
vo di vedere, per noi abituati alle grandissime
quantità di grandi opere invasive e distruttive,
che giustifichiamo come “necessità di vita”.
Riuscire a trasmettere le emozioni prova-
te che mutano metro dopo metro e scenario
dopo scenario, così come mutano i luoghi con
i quali ci si confronta, non è stato facile.
Soprattutto perché non ho affrontato il viag-
gio con uno spirito turistico.
Ero passeggero su una carovana di 4x4 (l’Or-
ganizzazione di Dimensione Avventura). Uni-
co modo per vedere e vivere questa terra il
più possibile in 20 giorni intensi tra rifugi,
tende e piste inaccessibili.
La decisione dell’attrezzatura necessaria
doveva quindi essere ponderata e snella,
non potendo avere con me molti pesi. Que-
sto, oltre a indirizzare la scelta verso corpo
macchina, ottiche e cavalletto piccoli, leggeri
e che potessero sopportare condizioni meteo
differenti, mi ha anche dato la possibilità di
ritornare alle origini della mia fotografia cer-
cando le inquadrature in base a quello che
era a mia disposizione.
La Fujifilm X-T1 mi ha aiutato molto con le sue
dimensioni ridotte, il peso praticamente inesi-
stente e la tropicalizzazione.
Ho portato con me un solo corpo, 4 batterie
(che mi hanno permesso di avere autonomia
nei momenti in cui non avevo elettricità per
poterle ricaricare), il bellissimo Fujinon 10-
24mm che mi ha aiutato tanto nei paesaggi
sconfinati e il Fujinon 50-140mm per arrivare
