con Woody Allen, La rosa purpurea del Cairo, il protagonista si
alternava tra il palco di un teatro dove interpretava la sua par-
te e la platea, guardandosi dal di fuori, Aldilà e aldiquà di quel
che vedete voi della vostra professionalità, del vostro modo di
essere fotografo di matrimoni.
5. Giudicare se stessi attraverso la prospettiva
esterna.
La professionalità inizia quando ancora non vi hanno commis-
sionato il lavoro, e spesso si sottovaluta perché gli sforzi si
concentrano sul portarsi il cliente a casa, scivolando in una
relazione troppo commerciale contraddistinta da uno degli er-
rori umani più comuni: parlare troppo. Per conquistare qual-
cuno, seduzione docet non bisogna decantare le proprie virtù
o quel che potete offrire, ma al contrario sapere cosa l’altro si
aspetta, cosa piace all’altro e bisogna domandare e non parla-
re, domandare e poi far vedere gli esempi, e se piace l’effetto
seppia darete meno enfasi all’effetto Hamilton o al bianco e
nero e può accadere che saranno loro stessi a orientarsi verso
quello che non avete esaltato.
Domande, domande, domande, quante domande fate ai vostri
futuri clienti? Alcune domande saranno superflue ma non ha
importanza, voi dovete entrare nel loro mondo e questo deve
essere percepito da chi affida Il ricordo di uno dei giorni più
significativi della vita. Un fotografo non esegue, un fotografo
partecipa e fa partecipare.
Immaginate di rivolgervi a un architetto che ha il potere di di-
segnare i pertugi della casa dove andrete a vivere, se non è una
delle maggiori archiStar del mondo, che cosa vi conquista? La
proposta del pavimento trasparente e delle luci Artemide o
tante belle chiacchierate in cui vi fa domande per capire come
vorreste viverci, cosa vi piace….L’architetto si trasforma in
una specie di terapeuta, instaura una relazione di FIDUCIA,
e perché ? Perché comprendete che può comprendervi! Do-
mandare non è dote innata, esistono infatti persone che fanno
domande e altre che non le fanno o se le fanno costringono ad
una risposta secca: si, no, punto. Poi ci sono anche quelli che
fanno le domande e danno le risposte, spero che nessuno di
voi entri in quella categoria! Entrare nel mondo dell’altro può
sorprendere perché dietro le solite cose ci sono persone con
le loro piccole debolezze, differenze, comicità, sensibilità.
6. Crisi o non crisi: fate domande per entrare
nel loro mondo.
Fatte le domande, dovete ascoltare le risposte! Sembra scon-
tato ma non lo è, seguitemi in questo esempio.
Immaginate di andare a cena con una donna con cui vi piace-
rebbe che si passasse ad altro che sia serata mordi e fuggi o
l’innamoramento folle non ha importanza, diciamo altro.
Immagino che vi “applichiate” un po’, spero senza sfodera-
re troppo l’ego, poi perché siete portati o perché avete letto
questo articolo fate qualche domandina. Fare le domande per
biecamente ottenere un risultato implica accogliere e com-
prendere le risposte. Fare le domande per avere una relazione
umana significa farsi incuriosire, ironizzare, dare leggerezza o
approfondimento, in sintesi: giocare.
Alcuni giochi potrebbero piacervi altri no, ma se non c’è ascol-
to e gioco le vostre dopamine rimarranno bassissime, che
sono quelle “cose” che si agitano quando si prova piacere e
viceversa per la vostra compagna o compagno se siete don-
na o gay. E allora, aldilà delle tecniche, aldilà dei manuali del
buon venditore di servizi fotografici, se le risposte sono vera-
mente ascoltate inizia la partita, il gioco, il divertimento. Ven-
dere, conquistare sposi, futuri suoceri e consuoceri è quindi
domande per entrare nel loro mondo: ascoltare per giocare
e divertirsi nelle cose serie. E in tempi di crisi, la qualità rara
dell’ascolto e del gioco si apprezza ancora di più, distrae dalle
preoccupazioni e riporta al sogno.
7. Ascoltare per iniziare a giocare veramente.
Da qui si apre il mondo dei giochi relazionali, stili, parole, quel
che rimane, quel che annoia, quel che lascia traccia... Alla
prossima puntata.
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