VERONICA MASSERDOTTI
IL MATRIMONIO? UN REPORTAGE
la preferisco in bianco e nero.
Normalmente i clienti si fida-
no e mi lasciano carta bianca
su questa scelta. Comunque
mi è già capitato chi ha richie-
sto un servizio esclusivamente
in bianco e nero mentre non
mi è stato mai chiesto tutto a
colori.
NEI TUOI SCATTI VI
SONO PREVALENTEMENTE
RITRATTI, RIESCI A
COGLIERE LA SPONTANEITÀ
E L’ATTIMO FUGGENTE
IN UNA GIORNATA COSÌ
MOVIMENTATA COME
QUELLA DEL MATRIMONIO?
In effetti il ritratto “sponta-
neo” è il genere di fotogra-
fia che preferisco. Mi piace
fotografare le persone, stu-
diarle e cercarne le espres-
sioni migliori; quasi tutti
hanno qualcosa di bello, gli
occhi, il sorriso o altro. Una
volta individuato cosa mi
piace di quella persona vado
a caccia dell’inquadratura
migliore.
I DETTAGLI SONO UN
ALTRO ELEMENTO DI
COSTANZA NELLE TUE
IMMAGINI. CI VUOLE
OCCHIO PER PERCEPIRNE
LE SFUMATURE PIÙ
NASCOSTE, SI TRATTA DI
ESPERIENZA O DI SEMPLICE
ATTENZIONE?
Il matrimonio è pieno di detta-
gli, gli sposi ci hanno messo
una vita per realizzare tutto
fin nei minimi particolari. Ci
sono fotografi bravissimi a
raccontare “una scena”, io
sono bravissima ad avvicinar-
mi e a fotografare il dettaglio.
Una cosa non è meglio e non
esclude l’altra ovviamente... è
una scelta stilistica personale!
COSÌ LO VEDE VERONICA MASSERDOTTI, LA GIOVANE FOTOGRAFA CHE VA A CACCIA DEI DETTAGLI.
PERCHÉ CON QUELLI SI SCOPRE IL SIGNIFICATO PROFONDO DI QUEL GIORNO SPECIALE
Veronica Masserdotti (Brescia, 1972) ha sposato le sue doti arti-
stiche alla fotografia. A partire dalla sua tesi di laurea all’Accade-
mia di belle Arti di Brera: “Dall’arte della fotografia alla fotografia
nell’arte”. Agli inizi era interessata all’immagine “concettuale”
poi ha iniziato a lavorare immortalando matrimoni scegliendo
con uno stile fotogiornalistico: nei suoi servizi ci sono solo foto
spontanee, e una infinita ricerca dei dettagli.
QUALI TECNICHE ADOTTI O A CHI TI ISPIRI QUANDO
FOTOGRAFI?
Man Ray diceva “Di sicuro ci sarà sempre chi guarderà solo alla
tecnica e si chiederà ‘come’, mentre altri di natura più curiosa si
chiederanno ‘perché” . È una delle mie citazioni preferite. Anche
a me interessa poco la parte tecnica! Non mi ispiro a nessun
fotografo, ma ho una predilezione per Helmut Newton, che la-
vorava in un campo diverso dal mio e non c’entra nulla nè con il
mio stile nè con la fotografia di matrimonio.
NEL TUO SITO UNO SLOGAN RECITA “FOTOGRAFIE DI
MATRIMONIO NON IN POSA”. COME SI DEFINISCE IL TUO
STILE E QUALI SONO GLI STRUMENTI TECNICI?
Mi piacciono le fotografie pulite ed essenziali. Il reportage è la
mia arma; vado a caccia delle migliori inquadrature, ma senza
essere troppo invadente. Per me il fotografo deve essere tra-
sparente: una figura mimetizzata tra gli invitati. Oggi lavoro con
Nikon, ma ho utilizzato Canon per tanti anni e non escludo di
cambiare nuovamente in futuro. Come ho già detto non mi in-
teressa molto la parte tecnica della fotografia e credo che un
fotografo lo si distingua per lo sguardo sulle cose, non per l’at-
trezzatura.
QUALE OTTICA ISPIRA DI PIÙ LA TUA CREATIVITÀ?
Il mio professore di fotografia, tanti anni fa, mi consigliò di fare
una scelta tra “fare un passo avanti o fare un passo indietro”
scelsi di fare un passo avanti, verso il soggetto. Gli sono ancora
grata per quel consiglio. La mia ottica preferita è sempre stato
il 50 mm ottica fissa, tra l’altro l’obiettivo più luminoso che ho,
ideale per fotografare senza flash. Non uso quasi mai gli illu-
minatori. Attraverso la fotografia cerco di ricreare l’atmosfera
reale della giornata, per questo scatto senza aggiunta di flash
nè di faretti, anche in casi estremi: tra il mosso e il flash scelgo
il mosso!
USI PER LO PIÙ IL BIANCO E NERO. COME VIENE ACCETTATO
DAGLI SPOSI MODERNI?
Se il colore non è il soggetto principale dell’immagine di solito
focus on
di Osvaldo Esposito
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