Foto-Notiziario Giugno 2015 - page 44

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ottiche grandangolari.
Come si svolge una giornata?
Generalmente trascorro le giornate intere nel
luogo e con le persone che hanno a che vedere
con la tematica che intendo conoscere e appro-
fondire, ancor prima che fotografare. Ad esem-
pio, in Brasile, sono molto legato al Movimento
Sem Terra, un movimento di agricoltori e brac-
cianti che lotta per la terra, contro i grandi pro-
prietari terrieri e lo strapotere dell’agronegócio.
Quando vado là, vivo con i contadini e passo le
giornate girando tra gli accampamenti, chiac-
chierando con le persone e cercando di cono-
scere le loro storie e la loro realtà.
Qual è il progetto che hai
realizzato al quale sei più
legato e perché?
Uno dei progetti al quale sono più legato è Il De-
serto Intorno, una pubblicazione fotografica sul-
la quale sto lavorando attualmente e che uscirà
verso metà giugno. Questo libro sui campi profu-
ghi Saharawi cerca di raccontare la fatica, la spe-
ranza e la lotta di migliaia di donne, giovani e an-
ziani che dal 1974 vivono da rifugiati nel deserto
del Sahara, in uno dei luoghi più ostili della terra.
Sono molto legato a questo progetto perché nel
corso degli anni sono diventato amico di molte
persone che vivono nei campi e chiaramente ciò
mi ha portato anche a sentirmi coinvolto nella
loro causa e nella loro lotta.
Che progetti hai realizzato
grazie al crowdfunding?
Grazie al crowdfunding ho realizzato tre progetti:
Pig Iron nel 2013, Sem terra: 30 anni di storia, 30
anni di volti nel 2014 e ora Il Deserto Intorno.
Credo che il crowdfunding sia una preziosissi-
ma risorsa per realizzare progetti in modo indi-
pendente, partecipato e senza dover scendere
a compromessi. È l’unico modo per liberarsi da
tutti gli impedimenti e gli ostacoli che si possono
incontrare: dalle catene imposte dalle grandi re-
altà editoriali ai costi della grande distribuzione,
dai fidi ai prestiti bancari. Per questo ho scelto il
crowdfunding, una casa comune per liberarsi da
un sistema che riduce tutto a merce e profitto.
Inoltre, pubblicare i miei lavori in questomodomi
permette di destinare parte dei ricavi alle realtà
documentate, in progetti educativi o a sostegno di
associazioni che lavorano su quei territori. Sono
convinto, infatti, che oggi i fotografi non possono
più limitarsi alla pura informazione ma devono
agire, attivarsi, prendere parte attraverso una
fotografia che racconta senza urlare e che par-
tecipa alla costruzione di una società più giusta.
Non è semplice far questo ma unendo persone,
appassionati di fotografia, associazioni e movi-
menti è possibile far qualcosa. Grazie a Pig Iron
abbiamo sostenuto un progetto teatrale porta-
to avanti dalla compagnia teatrale “Juventudes
pela Paz”, formata da un gruppo di giovani del
Brasile; grazia a Sem Terra stiamo aiutando
finanziando la ristrutturazione della scuola po-
litica del Movimento Sem Terra; infine, con Il
Deserto Intorno sosterremo l’Associazione AFA-
PREDESA che si occupa delle famiglie dei pri-
gionieri e dei desaparecidos saharawi.
Sei anche attivo
nell’insegnamento…
Amo molto insegnare perché mi da la possibilità
di trasmettere la mia passione e di condividere
con altre persone le mie esperienze e competen-
ze. Inoltre per me sono anche occasione di con-
fronto e di crescita che poi si riversano sul lavo-
ro sul campo. Per questo motivo, ma anche per
campare, organizzo workshop di reportage e di
street photography, in Italia e all’estero, e labora-
tori per bambini, adolescenti, immigrati e disabili
per promuovere la fotografia come strumento di
espressione e integrazione.
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