Foto-Notiziario Giugno 2015 - page 48

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l’atto di fotografare al concetto di “rubare im-
magini”. Adoro la spontaneità e la naturalezza
dei momenti che solo la pura casualità degli
eventi ti può regalare. Mi affascinano le città e
le persone che le abitano; la strada è il luogo
che preferisco: un calderone di vite, personag-
gi e situazioni uniche. Non si tratta banalmente
di street photography, di teleobiettivo e scatti a
distanza, nel mio caso si tratta di “un’invasione
fotografica”. Poi il bianco e nero è sempre stato
un dogma nel mio modo di lavorare.
Come ti approcci ai
soggetti?
Quando mi avvicino a un soggetto da ritrar-
re sono sicuro e deciso, uso obiettivi corti per
entrare in sintonia fino in fondo con la persona
che ho di fronte. Con questo approccio ravvici-
nato la gente si ritrova spiazzata e la maggior
parte delle volte si lascia fotografare. Se sei ti-
tubante invece la persona tende a non sentir-
si coinvolta e anzi infastidita, finendo spesso
col rifiutarti. E’ tutta una questione di attimi,
è lì che si crea una sintonia, la vera empatia
spontanea. In quei pochi istanti devi fare di
tutto per entrare nel mondo del soggetto e
catturarne un piccolo pezzo.
In viaggio?
Quando mi muovo sono sempre accompagnato
e come in un vero e proprio viaggio di piacere
mi faccio trasportare dalla situazione; seguo
le situazioni e gli itinerari che istintivamente
si definiscono. Nulla è programmato, bisogna
andare d’intuito e creare tutto da zero istante
per istante. Non sono mai partito per un viaggio
con un progetto preciso; a guidarmi nel lavoro
è un sentimento che si trasforma lentamente
in un disegno definito, scatto dopo scatto.
Il tuo progetto sulle città
europee?
È ancora un work-in-progress. Per ora sono
stato a Berlino e Parigi e per chiudere il cerchio
manca solamente Londra. In ambito metropo-
litano ciò che mi colpisce sono lo stress e la
malinconia delle persone chiuse nella “gabbia”
urbana, le storie e le piccole situazioni perso-
nali rendono la gente di città estremamente
varia ed interessante. Sebbene l’area metropo-
litana sia il comune denominatore del progetto,
la sua anima sta nelle incredibili differenze cul-
turali e di attitudine fra la popolazione delle di-
verse città. A Berlino ho trovato molto più facile
fotografare le persone; per assurdo, la fred-
dezza dei tedeschi li ha resi più naturali, non
facendosi condizionare dal fatto che li stessi
fotografando. A Parigi la gente è più aperta, ma
appunto per questo non così facile da ritrarre.
Da vincitore del Talent
fotografico “Scattastorie”
sei andato a scattare un
reportage ad Haiti con
Stefano Guindani; quanto
questa esperienza ha
cambiato il tuo modo di
fotografare?
E’ stato molto impegnativo, un contesto com-
pletamente diverso da quelli in cui mi era ca-
pitato di lavorare fino ad allora. La più grande
rivoluzione nel mio stile personale è stata senza
dubbio il colore. Appena ho messo piede ad Haiti
ho subito deciso di fotografare a colori, una luce
del genere non avrebbe reso allo stesso modo
se riportata in bianco e nero. Poi ho dovuto la-
vorare anche sul mio approccio ai soggetti: ad
Haiti viene considerato spesso irrispettoso scat-
tare foto senza il consenso della persona in que-
stione. Tuttavia gli scatti migliori del reportage
rimangono quelli “rubati”. Tutto questo lavoro
è ora raccolto in un mostra allo spazio Visiva a
Roma fino al 28 giugno, presto arriveranno an-
che a Milano.
Macchina:
Samsung NX1
- Pixel: 28 MP
- Sensore: BSI CMOS
- Video in 4k
- ISO da 100 a 25.600
espandibile a 51.200
- Autofocus: 0.055 s
Obbiettivo:
16-50
Samsung
1...,38,39,40,41,42,43,44,45,46,47 49,50,51,52,53,54,55,56,57,58,...84
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