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el mondo ci sono luoghi talmente lontani,
e non solo geograficamente, che è difficile
immaginare come siano esattamente. Uno di
questi è la Mongolia, la terra del leggendario
Gengis Khan, uno stato grande cinque volte l’I-
talia ma con la più bassa densità del mondo, un
posto insomma dove è facile perdersi nei gran-
di spazi e nei grandi silenzi. Sandra Zagolin,
fotografa veneta specializzata in reportage, ci
è andata nell’ottobre dell’anno scorso con uno
scopo ben preciso: immortalare due popolazio-
ni in via d’estinzione. Il suo è stato un viaggio di
scoperta ricco di emozioni ed esperienze che ci
ha raccontato.
Come ti sei avvicinata alla
fotografia?
Mi sono avvicinata alla fotografia circa una ven-
tina di anni fa. Era una passione che aveva il mio
ex-marito e che mi ha trasmesso. Ho iniziato
con un corso di fotografia, un corso base per in-
tenderci, e da lì è partito tutto. Con il tempo la
passione è cresciuta e la fotografia ha iniziato a
occupare un posto sempre più importante nella
mia vita. Dal 2010 ho cominciato anche a pren-
dere parte a concorsi e ho conosciuto altri foto-
grafi che mi hanno dato degli input che prima
non avevo e mi hanno insegnato nuove tecniche.
Alcuni fotografi mi hanno indirizzato a fare sera-
te, prima solo nella mia zona ora invece mi chia-
mano in tutta Italia. Poi, quando i bambini sono
cresciuti, ho iniziato anche a viaggiare, un’altra
mia grande passione.
Qual è il genere fotografico
che preferisci?
Diciamo il reportage, anche se la mia passione
è quella di fotografare le persone, sia prenden-
dole alla sprovvista che mettendole in posa, ma
sempre nel loro ambiente. Ovviamente non è
possibile farlo ovunque, dipende da dove ti tro-
vi. In Sudamerica per esempio la gente non ama
farsi fotografare, figuriamoci se accetterebbero
di mettersi in posa.
Viaggi da sola o in compagnia?
Ultimamente ho imparato a viaggiare da sola o
al massimo con due o tre persone. Il mio scopo
è quello di viaggiare e fotografare, quindi pre-